Lo “sproposito” di una donna laureata: nel 1646 nasceva Elena Lucrezia Corner, pioniera delle donne in università

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Lo “sproposito” di una donna laureata: nel 1646 nasceva Elena Lucrezia Corner, pioniera delle donne in università

Lo “sproposito” di una donna laureata: nel 1646 nasceva Elena Lucrezia Corner, pioniera delle donne in università

La prima donna laureata al mondo? Nasceva proprio in questi giorni, quasi quattrocento anni fa. Si chiamava Elena Lucrezia Corner – secondo la pronuncia veneta, o Cornaro, all’italiana – Piscopia. Era nata a Venezia, il 5 giugno 1646. Fu, probabilmente, la prima donna al mondo a conseguire una laurea. E non fu una passeggiata. Da allora, si apriva una pagina nuova per la storia della cultura e dell’emancipazione femminile.

Da Ipazia a santa Caterina da Siena

A pensarci oggi, sembra incredibile. Siamo nella seconda metà del Seicento, stiamo per entrare nel “secolo dei Lumi”, siamo a un secolo dalla Rivoluzione francese. E ancora non c’è una sola donna laureata al mondo. C’è stata Ipazia, matematica, astronoma e filosofa, ad Alessandria d’Egitto già nel quarto secolo dopo Cristo. C’è stata Trotula de Ruggiero, che all’inizio del Millecento fu la più importante medica italiana, e scrisse un trattato di ginecologia rimasto fondamentale per tutto il Medioevo. C’è stata santa Caterina da Siena, che prendeva carta e stilo, e a metà del Trecento scriveva, senza paura, al papa dell’epoca, Gregorio XI. Ma, nonostante una lunga storia di donne colte, erudite o influenti, nessuna aveva mai conseguito una laurea.

Chi era Elena Corner

Elena Corner è la figlia di un nobile veneziano. Una persona importante, Giovanni Battista Corner, che fa parte di una famiglia patrizia un po’ lontana dai vertici della politica della Repubblica di Venezia. La madre è una donna, come si diceva, “di umili origini”, Zanetta Boni. La piccola Elena ha un’intelligenza notevole, eccezionale. Il padre se ne accorge, la lascia vagare nella sua vasta biblioteca. La affida a una insegnante di musica, Maddalena Cappelli, grazie alla quale impara a suonare il clavicordo e il clavicembalo. Elena studia con precettori importanti: il teologo Giovan Battista Fabris, il latinista Giovanni Valier, il grecista Alvise Gradenigo. Non si contano le lingue che impara: latino, greco, spagnolo, francese, un po’ di arabo, di ebraico e di aramaico. A diciannove anni, sceglie di non sposarsi e di diventare oblata benedettina: le oblate si votano alla castità, ma non devono entrare in monastero. Tradotto: può continuare a studiare.

La carriera

A poco più di vent’anni, Elena è già un fenomeno. Viene accolta in numerose Accademie, come quella dei Ricovrati di Padova e quella degli Intronati di Siena: i nomi possono far ridere, ma si trattava delle élites degli studiosi e dei letterati dell’epoca. La cercano anche dall’estero: il cardinale Federico d’Assia la consulta nel 1670 su problemi di geometria, e nel 1677 il cardinale Emanuele de Bouillon la convoca per confronti dialettici con eruditi. Lei si esibisce senza paura.

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Nel 1677, Elena fa domanda per laurearsi in Teologia. E qui incontra il principale ostacolo sul suo cammino: il cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova. Il cardinale Barbarigo, poi canonizzato come santo dalla Chiesa cattolica, è all’epoca molto influente: papa Innocento XI lo ha eletto suo consigliere, e gli ha affidato la supervisione dell’insegnamento cattolico della Chiesa. E Barbarigo non usa mezzi termini: è scandalizzato dall’idea di una donna dottoressa. Lo ritiene “uno sproposito”, e aggiunge: “Significherebbe renderci ridicoli a tutto il mondo”. Ma lei non si perde d’animo, né si perde d’animo il padre Giovan Battista, che lotta a suon di lettere con il cardinale. Alla fine, Barbarigo accetta un compromesso: la ragazza si potrà laureare, dice, ma non in teologia, bensì in filosofia.

La laurea in filosofia

Nel 1678, il 25 giugno, Elena – che ha studiato col filosofo Carlo Rinaldini – sostiene la tesi dottorale in latino, discutendo brani di Aristotele scelti a caso dalla commissione. Siamo a Padova, c’è molto pubblico accorso in aula per ascoltarla. Elena riceve il manto di ermellino e la corona d’alloro. È la prima donna laureata d’Europa. Non potrà, però, esercitare l’insegnamento. Perché? Perché è donna.

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Il suo fisico, nel frattempo, ha risentito degli studi intensissimi, forse anche della pressione, certamente delle prove ascetiche cui si è sottoposta. Muore, per non meglio specificata “cancrena”, o forse di tubercolosi, prima di arrivare ai quarant’anni, il 26 luglio 1684. Sembra che avesse disposto di distruggere tutti i suoi manoscritti, cosa che non avvenne. Li liquidò, con un giudizio lapidario, Benedetto Croce, il filosofo italiano del Novecento: “Scarsissimo o nullo è il valore di tutta cotesta letteratura ascetica e rimeria spirituale”. Ma rimaniamo a quel giorno, a quella consacrazione, a quella laurea per niente scontata. Si sarebbero dovuti attendere più di sessant’anni per vedere un’altra donna laurearsi. Nel 1732 si laureava la fisica bolognese Laura Bassi. Se volete sapere che aspetto avesse Elena Corner, trovate a Padova, a Palazzo del Bo, una statua che la raffigura, realizzata nel 1689 – quindi appena undici anni dopo la sua laurea – dallo scultore Bernardo Tabacco. Il segno che i contemporanei avevano percepito pienamente la portata e la forza rivoluzionaria di quel gesto, e la grandezza della personalità di Elena Lucrezia. Esiste anche un suo ritratto presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, c’è una vetrata che la ritrae al Vasser College, prima università femminile degli Stati Uniti; all’università di Pittsburgh c’è un affresco che la ritrae. Sul pianeta Venere, un cratere di 26 km porta il suo nome.

Altre donne laureate

Si parla di altre donne laureate nel mondo, in epoche precedenti a Elena Lucrezia Corner. In particolare, Bettisia Goddadini, giurista a Bologna nel Tredicesimo secolo. Ma non c’è documentazione certa sui suoi titoli di studio. Pare che, per acquisire credibilità, si vestisse con abiti maschili, come scrive Celso Faleoni secoli dopo: "Sempre andò vestita con habito di maschio, e rinontiando al sesso femminile, spezzò i donneschi trattenimenti, e si donò tutta allo studio delle leggi, nel quale così si approfittò, che nell'anno duodecimo di sua età ricevè con pubblico applauso et ammiratione l'honoranza del dottorato”. Si parla anche di Costanza Calenda, che potrebbe essersi laureata dottoressa in Medicina a Napoli nel 1422: fu una delle donne medico conosciute nel Medioevo, insieme a Trotula de Ruggiero. I documenti che la riguardavano sono andati distrutti durante la Seconda guerra mondiale.

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